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Inserire Dati Fiscali Italiani Su WooCommerce

Come inserire dati fiscali italiani su WooCommerce? Questo è un punto che dovrai obbligatoriamente approfondire, perché in caso contrario potresti avere non pochi problemi col fisco. Ed il motivo è dovuto al decreto salva-infrazioni, che avremo modo di scoprire in questo articolo.

Inserire i dati fiscali italiani su WooCommerce non è opzionale, ma obbligatorio: e questo vale per tutti i commercianti che hanno aperto un negozio elettronico nel nostro Paese. Purtroppo, il plugin per e-commerce che puoi installare su WordPress non contempla l’inserimento dei dati fiscali nella pagina di check out. Il motivo? Probabilmente puoi immaginarlo anche da solo: il sistema di fatturazione previsto da WooCommerce è molto più snello del nostro, in quanto liberamente ispirato a quello anglosassone. Il che significa che non ha previsto l’inserimento di campi altrimenti essenziali da noi, come lo spazio per il codice fiscale o per la partita IVA. Ma non devi allarmarti: esistono diverse soluzioni molto semplici per porre rimedio a questa mancanza.

Come inserire dati fiscali italiani su WooCommerce?

Innanzitutto, sappi che esistono due modi per inserire codice fiscale e partita IVA sulla pagina di fatturazione dell’ordine: puoi utilizzare una estensione per WooCommerce apposita, oppure puoi aggiungerli da te modificando il file “functions.php”. Oggi ci concentreremo esclusivamente sul primo metodo: esistendo dei plugin che fanno tutto il lavoro al posto tuo, non avrebbe senso perdere tempo prezioso per aggiungere il codice in manuale. Ma quali sono questi plugin che puoi usare per inserire i dati fiscali italiani su WooCommerce?

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Inserire codice fiscale e partita IVA con Checkout Manager

Il miglior plugin per inserire questi dati fiscali è probabilmente WooCommerce Checkout Manager. Grazie a questa estensione, puoi aggiungere qualsiasi campo tu voglia al tuo modulo di fatturazione: in pratica, quando l’utente giungerà sulla pagina di check out per l’acquisto di un prodotto, potrà ritrovarsi anche i campi per inserire la propria partita IVA o il codice fiscale. Ma come utilizzare questo plugin? Semplicissimo: devi andare sul menu di WooCommerce, poi su “Checkout Manager” e successivamente selezionare “Campi addizionali” (“Additional Fields”).

Fatto questo, puoi finalmente personalizzare la casella aggiuntiva del tuo modulo di fatturazione, assegnandole ad esempio un’etichetta: nel nostro caso “Partita IVA/Codice fiscale”. Puoi anche renderla obbligatoria da compilare: un’altra funzione davvero utile in certi casi. Prima di uscire, non dimenticarti di cliccare su “Salva” per non perdere le modifiche effettuate. Adesso, ti basterà semplicemente simulare un acquisto: quando giungerai sulla pagina di check out, dovresti vedere anche il nuovo campo relativo all’inserimento dei dati fiscali da parte del cliente.

Perché inserire i dati fiscali italiani sul tuo e-commerce?

Il sistema di fatturazione italiano, dal 2013, prevede la possibilità di rilasciare una fattura anche verso soggetti privati con codice fiscale. Inoltre, il decreto citato all’inizio del nostro articolo obbliga qualsiasi negozio elettronico italiano ad offrire al cliente l’opportunità di inserire il proprio codice fiscale o la propria partita IVA. Se quest’obbligo non viene messo in pratica, il titolare dell’e-commerce rischia diverse sanzioni da parte del fisco italiano. Ecco perché devi per forza di cose utilizzare un plugin come Checkout Manager.

Guida al fisco per l’e-commerce

Affermato quanto sopra, potrebbe essere utile cercare di approfondire questo argomento con una mini guida al fisco per l’e-commerce, che ci darà l’occasione per poter chiarire alcuni dei principali dubbi in materia.

In primo luogo, che cos’è l’e-commerce?

Possiamo sinteticamente affermare che il termine “e-commerce” racchiude tutte quelle operazioni relative ad attività commerciali e transazioni che sono effettuate per via elettronica, almeno prevalente, e non esclusiva.

Dunque, si tratta pur sempre di un’attività tipica, come quella di commercializzazione di beni e servizi, ma il tutto avverrà online, grazie alle potenzialità che oggi ci sono messe a disposizione dalla rete. Peraltro, l’e-commerce non riguarderà semplicemente la vendita di beni e servizi a distanza, promossi e veicolati tramite Internet, quanto anche la distribuzione online di contenuti digitali, per una vendita totalmente dematerializzata.

Quel che contraddistingue, ai nostri occhi, le attività di commercio elettronico, è che la procedura di vendita si realizza tramite piattaforma web, su cui il venditore carica il suo catalogo prodotti / servizi attraverso una specifica piattaforma. A sua volta, in questo modo, il compratore potrà consultarla online, scegliendo i prodotti da acquistare e inviando l’ordine sempre mediante la rete. L’ordine sarà dunque automaticamente o manualmente processato dal titolare del sito di commercio elettronico, che penserà poi alla consegna del bene o servizio che, come abbiamo visto, può essere più o meno materiale.

A seconda del profilo cliente è lecito parlare di un e-commerce Business to Consumer (B2C), nel caso in cui l’azienda venda a un privato, oppure di un e-commerce Business to Business (B2B), nel caso in cui l’azienda venda a un’altra azienda.

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Come avviare un e-commerce

Come probabilmente sai già se hai letto con attenzione le nostre guide, oggi le attività di commercio elettronico rivestono delle straordinarie potenzialità per ogni business, anche associato alle ulteriori potenzialità che sono conferite dai social media (oggi giorno non occorre essere dei grandissimi esperti di social media marketing per capire che sfruttare queste piattaforme sociali è sempre più un elemento fondamentale del proprio approccio all’e-commerce).

Per quanto attiene le modalità di avvio, non c’è niente di eccessivamente complicato. Già la Direttiva 2000/31/CE “liberalizzava” il comparto, prevedendo che si potesse avviare un e-commerce senza autorizzazioni preventive, fermi restando i requisiti professionali per lo svolgimento di specifiche attività, e la necessità di adempiere a tutte quelle premesse che sono previste per la generalità delle iniziative commerciali.

Vendita online occasionale

Nel nostro sito ci occupiamo di vendite online professionali, ovvero di iniziative di e-commerce stabili e organizzate.

Tuttavia, a completamento degli aspetti fiscali di cui oggi abbiamo fatto cenno, può essere utile ricordare che non sempre è necessario aprire una partita IVA per poter regolarizzare le proprie vendite.

Se infatti il giovane venditore cede beni e servizi via Internet in modo occasionale, può pur sempre esercitare la propria libera attività fino al raggiungimento di un fatturato pari a 5.000 euro l’anno.

In questo caso, e solo in tale ipotesi, il venditore occasionale potrà regolamentare la propria vendita semplicemente mediante il rilascio di una ricevuta che contenga l’indicazione di una prestazione occasionale ai sensi dell’articolo 67 lettera i) del DPR 917 del 1986.

La nota sarà soggetta a ritenuta d’acconto del 20% e, nel caso di compensi superiori a 77,47 euro, anche a imposta di bollo pari a 2 euro. Oltre 5.000 euro, invece, è necessario aprire una partita IVA e iscriversi dunque alla Gestione Separata dei Commercianti.

Ad ogni modo, è anche bene non illudersi che questo di cui sopra sia l’unico criterio applicabile. Di fatti, è necessario sottolineare come non tutte le attività di commercio elettronico rispettino il requisito della “occasionalità” e che dunque sempre più frequentemente le attività di vendita occasionale siano riconducibili al di fuori del perimetro delle prestazioni occasionali, al di là del fatturato maturato.

Prendendo come spunto quanto sopra, cerchiamo di trarre qualche spunto finale per poter proseguire con il successivo paragrafo:

chi vende i propri servizi professionali online, o i propri manufatti online in maniera occasionale e sporadica, può evitare di aprire la partita IVA se il fatturato annuo non è superiore a 5.000 euro. In questo caso sarà sufficiente giustificare tale vendita con una ricevuta con ritenuta d’acconto. Se invece il venditore ha una struttura organizzata e professionale, comprando delle merci e rivendendole sul web, la partita IVA andrà comunque aperta perché mancherebbe il requisito della occasionalità della prestazione.

Quali adempimenti soddisfare

Detto ciò, risulta dunque logico ricordarsi che per avviare un’attività vera e propria è necessario sempre e comunque costituire una società, sopportando delle spese che in fase di start up potrebbero farsi particolarmente ingenti, anche alla luce di recenti semplificazioni.

In linea di massima – ed eccezion fatta per alcune semplificazioni di cui si è fatto breve cenno e che ti consigliamo di approfondire con il tuo consulente / commercialista – dovrai procedere per alcuni classici adempimenti come l’iscrizione alla Camera di Commercio (è oggi possibile farla tramite ComUnica, risparmiando tempo e denaro) e presentando la SCIA allo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) del Comune nel quale si intende avviare l’attività.

In aggiunta a ciò, dovrai anche comunicare all’Agenzia delle Entrate l’indirizzo del tuo sito Web, i dati identificativi dell’Internet Service Provider, l’indirizzo di posta elettronica, il numero di telefono e di fax e gli altri recapiti che ritieni che siano in grado di contraddistinguere in maniera univoca il tuo progetto. Nel caso in cui tu abbia intenzione di vendere verso altri Paesi UE è anche necessario procedere con l’iscrizione nella banca dati VIES (Vat Information Exchange System). Considerato che tale iscrizione è completamente gratuita ed è possibile farla in sede di comunicazione unica, il nostro suggerimento è quello di procedere in tal senso, anche se magari inizialmente non hai alcuna intenzione di vendere fuori dall’Italia!

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Costi per l’e-commerce

Concludiamo dunque con un piccolo cenno ai costi amministrativi che dovrai sopportare per poter mettere in piedi e far partire il tuo e-commerce.

In realtà, è ben difficile cercare di sintetizzare quanto possa essere oneroso questo passaggio, considerato che molto dipenderà dalla tua attività e dalla forma giuridica che sceglierai di porre in essere per lanciare la tua iniziativa d’impresa online.

In linea di massima, però, possiamo certamente rammentare che si va da poche decine di euro per il pagamento dei diritti di segreteria al Comune ove si presenta la SCIA, a diverse centinaia di euro per l’apertura della Partita IVA, per il diritto annuale della Camera di Commercio e per il pagamento di onorari di consulenti che in alcuni casi sono necessari per l’espletamento di tutte le attività.

Il sito web

Uno spunto di particolare attenzione dovrà poi essere indirizzato nei confronti del sito web o, meglio, della piattaforma che permette di svolgere l’attività, come quelle che abbiamo scelto di presentare in queste pagine nel corso degli ultimi mesi.

Appare evidente come anche questa spesa non sia “fissa”, ma possa oscillare tra poche decine di euro a diverse migliaia di euro, finendo con il ricomprendere anche l’acquisto del servizio di hosting (allocazione sui server degli ISP), la prestazione di consulenti come i programmatori e i web designer, l’acquisto di hardware da destinare allo specifico utilizzo per scopi commerciali (così come il software), e così via.

In alternativa, sul web esistono soluzioni sempre più efficienti e sempre più low-cost che sono in grado di darvi un pacchetto completo. In ogni caso, in qualsiasi tipo di piattaforma per e-commerce, sarà necessario inserire alcuni dati obbligatori come il nome, la denominazione o la ragione sociale; il domicilio e la sede legale; il contatto telefonico ed e-mail; il numero di iscrizione al repertorio delle attività economiche, REA o registro imprese; l’eventuale ordine professionale e numero di iscrizione presso cui il prestatore è iscritto; il titolo professionale e Stato membro in cui è stato rilasciato; il numero di Partita IVA.

Fatture di vendita e-commerce

Concludiamo poi con un riferimento alle fatture di vendita per l’e-commerce. Non occorre essere dei grandissimi esperti per rammentare che il cliente che accede al tuo sito, dopo aver preso visione dei prodotti, e sceglie di effettuare la procedura di acquisto portandola a compimento mediante la compilazione del form di pagamento, ha diritto di ricevere la fattura, elettronica o meno a seconda delle caratteristiche del rapporto.

Conclusa la vendita avrai dunque la necessità di inviare la merce, e – a volte – anche di emettere fattura. Attenzione, però: le vendite ai consumatori finali sono esonerate dall’obbligo di emissione salvo che il cliente ne faccia richiesta, potendosi dunque accontentare il cliente finale di una più semplice ricevuta fiscale o di uno scontrino. Questo non esonera comunque il venditore di annotare i corrispettivi giornalieri delle vendite, IVA compresa, nel registro dei corrispettivi.

Per maggiori approfondimenti su questi e altri temi che concernono la vendita di prodotti e di servizi mediante commercio elettronico ti invitiamo a contattarci: saremo ben lieti di parlare con te del tuo caso concreto e cercare di capire se possiamo darti una mano per avviare e condurre verso gli obiettivi desiderati la tua nuova iniziativa di e-commerce!

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