Cos'è il commercio elettronico diretto, e come funziona? Se hai intenzione di aprire un e-commerce, dovrai sempre sapere con quale tipologia di commercio elettronico ti stai interfacciando, anche e soprattutto per motivi fiscali.
Non tutti gli e-commerce sono uguali, e non stiamo parlando di differenze tecniche. Se hai letto le nostre guide, a questo punto saprai già che puoi creare diverse tipologie di e-commerce sfruttando CMS come PrestaShop, Magento o WordPress, o che puoi sfruttare servizi pronto-uso come Shopify o Etsy. Ma qui il discorso cambia: non in base al sistema di gestione del tuo negozio elettronico, ma in base alla merce che hai intenzione di vendere. È da essa, infatti, che dipende la tipologia “fiscale” del tuo e-commerce.
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Commercio elettronico diretto: di cosa si tratta?
Si parla di commercio elettronico diretto, quando la merce in vendita sul tuo e-commerce viene considerata come “immateriale”: ciò significa che i prodotti che vendi sul web non possono essere fisici o concreti, ma solo ed esclusivamente digitali. Inoltre, i suddetti beni virtuali non tangibili possono essere esclusivamente venduti tramite Internet ed un negozio elettronico, dunque in assenza di intervento umano (se non in minima parte) e di consegna fisica. Fanno parte di questa definizione anche le prestazioni digitali, come ad esempio la vendita di siti web e l’affitto di spazi server su servizi di hosting.
Commercio elettronico diretto: IVA e adempimenti
Dal 2015, in seguito alle modifiche dello statuto sugli e-commerce in Italia (dovuto al recepimento della direttiva europea 282/2011 – art.7 comma 1), il commercio elettronico diretto è stato dichiarato soggetto a territorialità IVA, ovvero in base alla residenza del committente (dunque di chi richiede il servizio). Inoltre, la modifica della territorialità dei regimi fiscali legati al suddetto tipo di e-commerce, ha spinto l’Unione Europea a introdurre anche il regime MOSS (Mini One Stop Shop), con lo scopo di semplificare gli adempimenti del commercio elettronico diretto: il suddetto regime chiarisce punto per punto il rilascio delle fatture in base alla territorialità del cliente e del prestatore dei servizi.
Alcuni esempi di commercio elettronico diretto
Potrebbe esserti molto utile cogliere alcuni esempi molto concreti di commercio elettronico diretto, così da capire se la tua attività online può rientrare o meno all’interno di questa definizione. Innanzitutto, come già accennato, lo sviluppo di siti web e la fornitura di servizi di hosting viene considerata a tutti gli effetti come commercio elettronico diretto, insieme ad altre prestazioni di servizio digitali come: sviluppo e vendita di software con relativi aggiornamenti, realizzazione di immagini o di e-book, vendita di musica, videogame e film, servizi di e-learning (didattica a distanza). Ognuno di questi servizi prevede la digitalità come unico canale di vendita, e la fornitura di materiale che non può essere considerato tangibile, in quanto non ha un suo “corpo” e non viene consegnato tramite mezzi fisici, ma scaricato da Internet.
Infine, esistono delle eccezioni di servizi che non vengono considerati commercio elettronico diretto, come ad esempio le consulenze professionali via telematica o via posta elettronica, la radiodiffusione e la televisione.